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ETFWorld intervista Franklin Templeton : ETF attivi ed India

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Franklin Templeton è un leader a livello mondiale nel settore degli ETF e tra i suoi prodotti spicca la presenza di diversi ETF attivi.
E proprio a proposito delle tematiche ETF attivi ed India, ETFWorld ha posto delle domande alla Dott.ssa Silvia Anselmi di Franklin Templeton.

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Silvia Anselmi, ETF Sales, Italy, Franklin Templeton

04 Luglio 2024 ETFWorld.it – Riproduzione Vietata in ogni forma anche parziale


ETFWorld : Qual è il principale vantaggio degli ETF attivi rispetto a quelli passivi nel contesto dell’attuale mercato globale?

Silvia Anselmi : Gli ETF a gestione attiva coniugano i classici vantaggi dei veicoli a gestione passiva, ossia economicità dei costi, efficienza, trasparenza, liquidità e negoziabilità intraday sul mercato con il valore aggiunto della gestione attiva. La presenza di un team di gestione che in base alla ricerca e alle aspettative di mercato modifica il portafoglio al fine di generare un extra rendimento rispetto al benchmark di riferimento è una caratteristica fondamentale considerato l’attuale contesto di mercato, anche alla luce della normalizzazione delle politiche monetarie da parte delle varie banche centrali.

Nati negli Stati Uniti, gli ETF attivi rappresentano in Europa ancora una nicchia. Se guardiamo al mercato domestico, su Borsa Italiana sono quotati soltanto 106 ETF attivi (con dati all’01/07/2024).

Franklin Templeton è tra i top 10 provider di ETF attivi in Europa e mette a disposizione dei propri clienti una gamma di ETF obbligazionari a gesitone attiva, tutti classificati come articolo 8 o 9 ai sensi SFDR, spaziando dai green bond, al corporate IG, fino alle esposizioni short maturity. Gli ETF attivi di Franklin Templeton fanno leva sulla rotazione settoriale, selezione titoli e gestione della duration al fine di ottenere una extra performance rispetto a quella del benchmark.

ETFWorld : Può descrivere qualche caso specifico in cui gli ETF attivi che gestite hanno dimostrato flessibilità e tempestività nell’adattarsi alle condizioni di mercato?

Silvia Anselmi : Un fenomeno che abbiamo osservato quest’anno è lo spostamento delle aspettative di taglio dei tassi d’interesse, probabilmente spinto da un’inflazione più vischiosa del previsto. All’inizio dell’anno, alcuni investitori si aspettavano da 5 a 6 tagli negli Stati Uniti e da 6 a 7 da parte della BCE. Ora che è passata la metà dell’anno, le aspettative sono ben differenti. Questo cambiamento nelle aspettative è un fattore fondamentale da considerare quando si struttura il proprio portafoglio, soprattutto sul fronte obbligazionario.

La duration, insieme ad altri elementi dei portafogli obbligazionari come valute, opzioni incorporate, convertibili, struttura del rating del credito, rendono la gestione di tale combinazione molto complessa. È qui che brilla la gestione attiva. I gestori di portafoglio possono allungare la duration per trarre vantaggio dai tagli dei tassi, possono modificare la qualità media del credito del portafoglio per ottenere maggiori spread quando il mercato è relativamente meno volatile. Per alcune aree, come i green bond, la gestione attiva potrebbe offrire una maggiore flessibilità selezionando strumenti che pur non avendo l’etichetta di green bond supportano la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.

Lo scoppio della pandemia da COVID-19 nel 2020 rappresenta un buon esempio per mostrare la flessibilità dei nostri ETF a gestione attiva. In quell’occasione le banche centrali hanno lanciato vari programmi di stimolo per rilanciare l’economia. In quel periodo il gestore dell’ETF Franklin Euro Short Maturity UCITS ETF che investe in obbligazioni in EUR, ha aumentato la duration del portafoglio a 1,8 anni a marzo 2020, ovvero 1,3 anni più lunga rispetto al benchmark. Ha poi movimentato il portafoglio facendo diminuire la duration l’anno successivo, traendo beneficio dall’imminente aumento dei tassi.

ETFWorld : Quali strategie adottate per bilanciare la concentrazione di queste grandi aziende tecnologiche e garantire una diversificazione equilibrata?

Silvia Anselmi : Una soluzione offerta da Franklin templeton per rispondere all’esigenza di diversificare rispetto ai “magnifici 7” consiste nelle esposizioni multi-fattoriali, in cui vengono replicati i seguenti fattori di rischio: Quality (50%), Value (30%), Low Volatility (10%), Momentum (10%). Si tratta di una strategia quantitativa proprietaria di Franklin Templeton basata su regole ben definite, in cui i pesi dei fattori di rischio restano fissi indipendentemente dalle condizioni di mercato.

L’ETF Franklin U.S. Equity UCITS ETF adatta i pesi dei titoli all’interno del portafoglio in base  non solo della capitalizzazione di mercato, ma anche in base alla qualità dell’azienda, alle valutazioni aziendali, alla volatilità e al momentum. Ad esempio, una società con un elevato rendimento del capitale proprio (ROE), un basso indebitamento e un rapporto prezzo/utili (P/E) inferiore è preferita nella selezione posta in essere dall’indice replicato dall’ETF. In altre parole, le azioni selezionate saranno orientate verso società con una crescita stabile degli utili, un bilancio solido e relativamente sottovalutate.

La caratteristica che piace particolarmente ai nostri clienti consiste nel cap massimo al peso che ogni titoli può assumere all’interno del portafoglio pari all’1%, aumentando ulteriormente la diversificazione dell’esposizione.

Questa strategia funziona bene per abbassare la concentrazione eccessiva. Rispetto all’indice S&P 500, il peso combinato dei Magnifici 7 può essere ridotto significativamente da circa il 30% al 4,5% e il peso totale dei primi 10 titoli si riduce da circa il 35% al 13%. Anche il numero effettivo di titoli, un’altra misura di quanto sia diversificato un portafoglio, aumenta più del doppio, passando da circa 54 nell’S&P500 a 134 nel nostro ETF. Abbiamo analizzato quanto è accaduto negli ultimi 5 casi in cui Il mercato US ha subito una flessione superiore del 10%: la resilienza dell’esposizione multi-fattoriale del nostro ETF si è dimostrata utile abbassando il drawdown massimo e accorciando il periodo di ripresa di circa 3 mesi in media rispetto ad un’esposizione su S&P500 equally weighted.

ETFWorld : Potrebbe commentare rapidamente il risultato delle recenti elezioni in India?

Silvia Anselmi : Modi è stato eletto Primo Ministro dell’India per la terza volta consecutiva. Tuttavia, il suo partito Bharatiya Janata Party (BJP) non ha ottenuto la vittoria schiacciante che tutti si aspettavano. Mentre la coalizione guidata dal BJP NDA ha difeso con successo la sua posizione di supermaggioranza, il BJP da solo ha ottenuto solo 240 seggi, 32 seggi in meno rispetto alla maggioranza necessaria, e ha perso 63 seggi rispetto ai risultati del 2019. Questo ha provocato nel mercato azionario uno shock di un giorno, rimbalzando rapidamente nella stessa settimana recuperando tutte le perdite.

Per formare un governo, il premier Modi deve collaborare con i suoi alleati, in particolare con i due partiti della coalizione, il “Telugu Desam” (TDP) e il “Janata Dal (United)” (JDU), che hanno ottenuto rispettivamente 16 e 12 seggi. Entrambi i partiti si sono recentemente assicurati un seggio nel nuovo gabinetto. Nonostante la differenza nella loro ideologia e posizione politica, hanno mostrato un fronte unito e hanno espresso più volte il loro sostegno all’NDA. Il rimbalzo a forma di V ha anche mostrato la fiducia degli operatori di mercato nel nuovo governo.

ETFWorld : Quali sono i settori in India che vedete come più promettenti dopo le elezioni e come li state incorporando nella composizione dei vostri ETF?

Silvia Anselmi : A seguito del risultato elettorale, la crescita dell’economia è tornata al centro dell’attenzione, continuando la direzione che il Primo Ministro Modi ha delineato nei mandati precedenti, come la promozione del programma di incentivi legati alla produzione (PLI), l’espansione delle infrastrutture, l’apertura di rotte commerciali e l’aumento dei consumi.

Questi fattori contribuiscono direttamente al robusto settore industriale dell’India, sostenendo le attività manifatturiere nei settori dell’elettronica, delle automobili, dei prodotti farmaceutici e altro ancora. L’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) del settore manifatturiero, che indica la fiducia in questo settore, si attesta a 58,5 a giugno. Già da oltre due anni è rimasto ben al di sopra della soglia dei 50 punti. Si prevede che lo sviluppo delle infrastrutture continuerà, migliorando la logistica via terra, aria e mare.

Lo schema PLI, attirando investimenti da parte di aziende globali di semiconduttori, apre la strada all’ingresso in aree con elevati requisiti tecnici. Grazie a ciò, l’India sarà presto in grado di produrre chip semiconduttori sul proprio suolo con la partnership tra un’azienda taiwanese e un conglomerato indiano. In combinazione con la trasformazione tecnologica, come la piattaforma di pagamento digitale in rapida crescita UPI (Unified Payment Interface) e l’elevata integrazione dell’IA nelle attività quotidiane, anche il settore tecnologico continuerà a beneficiarne.

Un altro settore sotto i riflettori è quello dei beni di consumo. Il potenziale del mercato di consumo è evidente, dato che l’India è il paese più popoloso del mondo. Il reddito e la classe media sono in aumento. Circa il 60% del suo PIL proviene infatti dai consumi interni, a dimostrazione dell’importanza di questa componente.  In correlazione con la crescita dell’adozione degli smartphone, della penetrazione di Internet e dei pagamenti digitali, anche l’e-commerce in India è fiorente. Si prevede che la dimensione del mercato dell’e-commerce passerà da circa 60 miliardi di dollari nel 2024 a 100 miliardi di dollari nel 2029 e la sua presenza è particolarmente importante per facilitare i consumi nelle aree rurali.

Inoltre, tutti i cambiamenti di cui sopra ampliano la base di capitale dell’India e, a loro volta, contribuiscono al settore finanziario. Le riserve valutarie sono raddoppiate in dieci anni a 653 miliardi di dollari, portando un’elevata fiducia nel sistema finanziario.

Il Franklin FTSE India UCITS ETF è un ETF passivo che replica l’indice FTSE India 30/18 Capped. Fornisce un’esposizione ai titoli a grande e media capitalizzazione nel mercato azionario indiano, ponderandoli in base alla capitalizzazione.  Si tratta di un’esposizione molto diversificata con oltre 200 titoli, in cui i settori maggiormente rappresentati sono quello finanziario, dei beni di consumo discrezionali, dell’informatica e quello industriale. Questo ETF a replica fisica è classificato come “Gold” nel Morningstar Medalist Rating ed è caratterizzato da un pricing molto competitivo (uno dei TER più bassi del mercato pari a 0,19%).

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Fonte: ETFWorld – Riproduzione Vietata in ogni forma anche parziale

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