ARK Invest : Il primo semestre del 2024 è stato caratterizzato dalla performance delle megacap e dalla forte concentrazione all’interno dei benchmark ponderati per la capitalizzazione di mercato.
Thomas Hartmann-Boyce, Client Portfolio Manager di ARK Invest
Il tasso sui Fed Funds è rimasto invariato più a lungo di quanto previsto, mentre l’inflazione ha continuato a persistere durante i primi sei mesi dell’anno. Di conseguenza, molti investitori hanno indirizzato i loro capitali verso strategie basate su benchmark e guidate da società a grande capitalizzazione. Durante questo periodo, abbiamo spesso sottolineato l’importanza di analizzare il rischio nei portafogli dei clienti e di orientare le esposizioni verso un ampliamento del mercato.
Ora iniziamo a vedere i segnali di questa rotazione, anche se la volatilità persisterà fino all’effettivo taglio dei tassi da parte della Fed. Strategie maggiormente diversificate possono essere la soluzione ideale per questa fase, mano a mano che un nuovo regime di interessi determina se entriamo in uno scenario catch-up – in cui il resto del mercato cresce di più rispetto alle megacap – o catch-down – in cui il gap si riduce perché le megacap calano più degli altri titoli.
Diversi dati mostrano che gli investitori potrebbero essere oggi sovraesposti a pochi nomi nei loro portafogli:
- L’indice S&P 500 ha la più alta concentrazione degli ultimi 30 anni all’interno dei suoi 10 nomi principali, che hanno contribuito al 72% del rendimento totale da inizio anno (al 30 giugno);
- La sovrapposizione tra l’indice S&P 500 e l’indice Nasdaq 100 è triplicata negli ultimi due decenni, e le azioni in comune rappresentano il 95% del peso del Nasdaq 100;
- Nel secondo trimestre l’indice S&P 500 ha sovraperformato la sua versione equal-weighted del 6,9%, grazie alla predominanza delle megacap: si tratta di una delle maggiori divergenze di sempre;
- Lo squilibrio di mercato negli Stati Uniti è il più alto degli ultimi 100 anni, come misurato dallo studio di Goldman Sachs sul rapporto tra la più grande azienda statunitense rispetto a quella nel 75° percentile di grandezza. Come si vede nel grafico, la situazione sta iniziando a cambiare.
L’11 luglio scorso è stato un giorno chiave della rotazione in atto. Il CPI ha segnato un -0,1% su base mensile, segnalando che la Fed potrebbe passare più rapidamente a una politica accomodante. Il Nasdaq composite (guidato dalle megacap) ha perso circa il -2% nella giornata, mentre il Russell 2000 (che rappresenta le azioni small cap) ha guadagnato il 3,6%: il più grande differenziale in un solo giorno negli ultimi 30 anni. Dall’11 luglio questa tendenza è proseguita: l’“ampliamento” sta prendendo forma, e crediamo che le soluzioni d’investimento diversificate aiuteranno i portafogli dei clienti a conseguire migliori rendimenti corretti per il rischio in vari scenari di mercato.
È importante notare che una dinamica di ampliamento può essere vantaggiosa per i portafogli dei clienti in più di uno scenario. In un contesto risk-on, lo slancio positivo di una serie di titoli più diversificati dovrebbe portare a una riduzione del divario di performance rispetto ai titoli megacap. D’altro canto, gli investitori potrebbero essere preoccupati della potenziale pressione al ribasso, dopo che molti benchmark hanno raggiunto i massimi storici. In uno scenario risk-off, una flessione del mercato potrebbe essere innescata proprio dalla debolezza delle megacap, portando comunque a una riduzione del divario di performance con il resto del mercato.
Naturalmente, è possibile che i prossimi dati, relativi all’inflazione o all’occupazione, riducano la probabilità che la Fed tagli i tassi prima del tempo. Detto questo, il contesto economico, l’andamento delle performance, il percorso previsto dalla Fed, le valutazioni profondamente scontate e i venti di coda tecnologici ci danno la convinzione che l’ampliamento del mercato sia diventato un fenomeno sempre più vicino, se non già in corso.
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Fonte: ETFWorld.it